Aurora e Diana: i loro nomi sono sinonimo di giorno e notte, sole e luna, vita e morte. Aurora, dea dell'alba, porta ogni giorno la nuove nuova; Diana, dea delle tenebre, protegge i viaggatori nella notte. Un tratto però le accomuna: ognuna di esse ama un giovane mortale e lo rapisce nel sonno. Si accende una contesa fra le due dee: quale di loro è la più importante, la più bella ed amabile? Cefalo e Endimione, amanti delle dee, partecipano alla disputa e la inaspriscono fin quasi a combattere l'un contro l'altro. Ma il Fato, personificazione del Destino e giudice incorruttibile, risolve la contesa senza accontentare né Aurora né Diana: la prescelta non può che essere colei a cui Gasparini dedicò questo componimento da camera: Elisabetta Cristina, moglie di Carlo III di Spagna (futuro Carlo VI di Austria), madre di Maria Teresa. | 
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 | Questa volta Ulli Nagy, direttrice musicale dell' ensemble Concertino Amarilli, ha trovato una rarità assoluta da presentare al Castello di Damtschach. L'opera è datata 1709, ma non si hanno notizie su luogo e data della sua esecuzione nell' Settecento. Questa di Damtschach è sicuramente la prima messa in scena in tempi moderni. Responsabile per la scenografia è stata ancora una volta Sigrid T'Hooft, regista di fama internazionale e specialista di gestualità e danza barocca. L' ensemble Concertino Amarilli fornisce la esecuzione musicale, sostenuto dagli archi dell' orchestra Harmony of Nations Baroque Orchestra. |